18^ Edizione

Cagliari e altri comuni dell’isola dal 4 al 9 ottobre 2023

Ideato e organizzato dalla Libreria per Ragazzi Tuttestorie, e progettato in collaborazione con lo scrittore Bruno Tognolini, il Festival Tuttestorie si rivolge un pubblico di bambine e bambini, ragazze e ragazzi da 0 a 16 anni, con uno spazio di approfondimento e formazione dedicato al pubblico adulto. Il programma prevede appuntamenti con ospiti internazionali fra scrittori, illustratori, artisti, narratori, musicisti, attori, danzatori, scienziati, musicisti, giornalisti.

Dall’EXMA e dalle scuole di Cagliari il festival farà tappa a Carbonia (con le classi del Sistema Bibliotecario SBIS), a Isili (con le classi del Sistema Bibliotecario Sarcidano-Barbagia di Seulo) ad Assemini, Decimomannu, Elmas, Villasor, Decimoputzu, Siliqua, Vallermosa, Villaspeciosa per il Sistema Bibliotecario Bibliomedia e nei comuni di Gonnesa, Lanusei, Monastir, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Ussana e Villanovaforru

Incontri, laboratori, spettacoli, narrazioni, performance, mostre ed eventi speciali saranno dedicati nel 2023 al tema delle FAMIGLIE.

Lo faremo partendo come ogni anno dalla PASTA MADRE, la mappa costruita con Bruno Tognolini e Nicoletta Gramantieri, che useremo come traccia del nostro viaggio, aprendoci a mutamenti e cambi di rotta.

Pasta Madre

Vogliamo bene a questa creatura multiforme chiamata famiglia. È grazie a lei che noi possiamo vivere il rutilante campionario dei sentimenti che ci fanno umani; e che senza di lei, senza le tele delle mille parentele, si perderebbero nell’indistinto, e noi nel nulla. Per questo abbiamo scelto di tessere il nuovo festival Tuttestorie sulle Famiglie.

Le nostre umane, prima di tutto, nelle loro multiformi varietà: ma senza perdere di vista tutte le altre. La “bella d’erbe famiglia e d’animali”, che sta in mezzo fra specie e genere e ordine e classe in variazioni ancora più rutilanti: mamme e papà pappagalli insieme per sempre, papà pinguini che covano le uova, piccoli orsi grizzly con due mamme, genitori adottivi scimpanzè, api ed elefantesse matriarcali, lupi e leoni patriarcali, lumache che sono babbo e mamma assieme o pesci pagliaccio che da mamme si trasformano in papà, e via variando sereni sotto il sole. E poi le altre, trasposte ai non viventi: famiglie di vocaboli e sinonimi, di caratteri tipografici, di stelle e pianeti, di elementi chimici, fin giù alle famiglie di storie: i generi letterari.

E proprio la letteratura, molto prima di ogni psico o sociologia, ha esplorato nel profondo le nostre famiglie umane. Partendo dall’intricata genealogia degli dèi greci, dai pasticci coniugali di Edipo, dalle creature di genitori incerti, come centauri, sirene e minotauri. E proseguendo coi piccoli umani cresciuti da genitori non-umani: da Romolo e Remo a Mowgli e Tarzan. E gli altri cresciuti da umani non-genitori, con l’orfanezza che pare funzionare come grilletto di scoperta e avventura: Mary del Giardino segreto, Vasilissa la Bella, i ragazzini di Dickens, Biancaneve e Cenerentola in tutte le loro forme. E giù fino a Frodo e Harry Potter, con l’operosa truppa degli zii, sostituti di semi-orfanezza: Zio Bilbo, zio Paperino, zia March.

E da lì via: patrigni, matrigne, fratellastri e sorellastre che scatenano e risolvono le fiabe; famiglie ignobili come quella di Matilde, o deliziose come nell’Isola dei Gabbiani, o squinternate ma amorevoli come i Simpson; famiglie da cui fuggire all’avventura, come i Darling di Peter Pan, o da cercare partendo all’avventura fino alle Ande; famiglie fatte di amici non-parenti, in due come Tom Sawyer e Huck Finn o in bande come quella dei Bottoni; Sacre Famiglie divine multispecie ante litteram, dove nella Capanna accanto a padre e madre ci sono due zii animali; famiglie monogenitoriali post-human, dove un padre single falegname si assembla un figlio androide di legno; e giù fino all’attuale slavina editoriale di genitori inadeguati, ignavi, assenti, o al contrario invadenti, imbarazzanti, con conseguenti smarrimenti e ricerche e cerchie e chat, redenzioni e ritorni.

Che cosa emerge da questa esplorazione? Questo furioso narrar di famiglie che fanno le storie attraverso i millenni, che cosa ci dice? Due cose. Che le famiglie umane sono, prima cosa, a loro volta varie e multiformi: papà e mamme in diversi schieramenti, nonne e zie e parenti accoglienti, e poi ciurme di amici, squadre sportive, classi scolastiche, case famiglia, e tutto il villaggio che serve per fare un bambino. La seconda cosa che ci dicono le storie è che queste congreghe mutanti, quali che siano, sono il luogo profondo della nostra anima, che conosciamo e dove iniziamo a conoscerci, annusando la vita che ci aspetta nella sua lussureggiante imperfezione.

Questo racconteremo dunque nel Festival, coi libri di cui sopra e cento altri, e con le storie regalate dai lettori: frondose ricostruzioni di alberi genealogici, leggendari racconti orali di nonne e zie, affollati collage di foto rubate dagli album. Racconteremo che, siano di sangue o di caso o di scelta, di partenza o di viaggio o di arrivo, le famiglie sono il nostro essere umani, con intorno babbo Sole, mamma Luna, sorella Quercia, fratello Lupo e zio Mondo.