Premio Andersen 2016 – Miglior libro 0/6 anni
“Due scatole di cartone, abbastanza grandi per starci dentro, abbastanza grandi per nascondersi. Uto e Leo le portano ogni giorno su, sulla collina. Certe volte sono re, soldati di ventura, astronauti. Certe volte sono pirati che solcano cieli e mari in tempesta. Ma sempre, sempre sono Grandi Amici. Navigano, corrono, saltano, volano, chiacchierano e ridono, lui e Leo, stanno in silenzio, osservano i movimenti nella valle, si sentono grandi come Re dei Giganti. A Uto piace questo ritmo a due”.
Così inizia questo bell’albo illustrato con due piccolini che affrontano e scoprono l’avventura e le bellezze del mondo e che, per questo, iniziano a sentirsi grandi e autonomi. Una situazione edenica, perfetta e sospesa.
Ma un giorno, lassù sul piccolo colle, arriva, titubante un loro coetaneo. Si chiama Samu e da giorni ne segue i movimenti, li osserva e, finalmente, trova il coraggio, di chiedere se può unirsi a loro. Leo non ha esitazioni nel rispondere positivamente alla richiesta. Uto, però, si sente strano, a disagio: inizia a giocare da solo, a starsene in disparte finché, rabbioso, si chiude in casa, distrugge il suo magico scatolone di cartone e non risponde agli inviti di Leo e Samu.
Eppure la collina gli manca e si sente solo. Finché un giorno i due si presentano dinnanzi a casa sua (una modesta abitazione di campagna) con un enorme “macchina”, certo di cartone ma montata su ruote e coloratissima, decorata con aquiloni, rumorosi barattoli e tante altre sorprese (compresa la limonata e i biscotti). E così finalmente può nascere un nuovo e più maturo equilibrio e a Uto “piace il loro ritmo a tre”.
Perché leggerlo…
Un racconto semplice ma che mette al centro grandi temi: il valore dell’amicizia e della condivisione nelle sue varie sfumature e, ancora, la gelosia, l’invidia, l’inadeguatezza. Accanto la serenità, il valore formativo del gioco, la spensieratezza, il superamento, non facile, di una relazione esclusiva a due. Bellissime le ariose e briose tavole di Benji Davies giovane illustratore inglese, attivo anche nel campo del cinema d’animazione. Perfetto e ricco il rapporto con il testo, dato che le immagini colgono perfettamente il ritmo della narrazione e ne amplificano costantemente gli echi, sottolineando con garbo quel che le parole non dicono o appena accennano. Da sottolineare altresì il fascino di una rappresentazione delicata e deliziosa della natura.
Un fascino che si rinnova nell’altro picture book di Davies: La balena della tempesta. Nico vive con sei gatti e con il papà pescatore che parte al mattino presto e rientra a sera, con la sua barca. Un giorno trova -dopo una furibonda tempesta notturna- una piccola balena spiaggiata e decide di salvarla, trasportandola addirittura nella vasca da bagno, all’insaputa del babbo. Quest’ultimo capisce il gesto del figlio e, al tempo stesso, ne comprende, finalmente, anche la solitudine. Insieme la riporteranno, salva, nel suo elemento naturale.
recensione a cura di Walter Fochesato esperto di letteratura per l’infanzia, Rivista Andersen, Accademia di Belle Arti di Macerata.