Un perfetto ritratto della società vittoriana e una straordinaria protagonista che non potrà non far pensare alla Calpurnia, amata da tanti lettori.
Faith ha una passione per le scienze e il desiderio di condividere col padre gli studi archeologici e la passione per i fossili, eppure ha imparato a nascondere la curiosità, l’intelligenza viva e quel che già sa sotto la maschera della brava bambina dalle buone maniere, quella che per caso su una spiaggia ha permesso il ritrovamento di un reperto eccellente che ha dato la fama al padre, il reverendo Sunderly. Ma Faith non è la bambina che tutti ricordano, sbiadita sullo sfondo del racconto di un ritrovamento scientifico, non è una comparsa casuale sulla scena della scienza: Faith è ormai una quattordicenne che non vede l’ora di indossare un corsetto da adulta. Invece è costretta costantemente a non stare al suo posto: confinata in salotto a bere il tè con le signore, mentre gli uomini fumano sigari e discutono di scoperte scientifiche; a bada del fratellino, quasi bambinaia e governante. Faith freme, soprattutto nel momento in cui la famiglia si trasferisce su un’isola in seguito a uno scandalo che ha coinvolto il padre e lei riesce ad arrivare a documenti e carte segreti; soprattutto nel momento in cui il padre muore e lei è l’unica a non credere al suicidio. Sarà la scoperta del tesoro paterno, un albero che si nutre di bugie per rivelare segreti a offrirle lo spunto per addentrarsi ancora di più nel mistero.