Triss Crescent, undicenne, è alle prese con una nuova versione di se stessa: dopo esser caduta nel fiume vicino alla casa di villeggiatura (episodio di cui per altro non ricorda nulla) non si sente più se stessa, fatica a trovare persino la sua camera, sente strane voci, trova al risveglio il letto invaso da foglie, le sue vecchie bambole prendono vita quando le guarda, una fame inarrestabile la tormenta. La spiegazione sta nel fatto che la vera Triss è stata rapita; quella che il lettore conosce è una “bambola dei sette giorni” creata a sua immagine dall’Architetto, un uomo che ha carpito la fiducia del padre e che – con la complicità di Penn, la figlia minore – sta tentando di punirlo per un patto spezzato. L’Architetto vive nell’Altrove, un mondo abitato da Latenti, un mondo parallelo alla società inglese degli anni Venti che fa da sfondo al romanzo.
L’autrice descrive perfettamente una società in evoluzione dopo gli avvenimenti della Prima Guerra Mondiale, dove cambiano mode, gusti e modi di vivere; c’è tanto jazz in questo romanzo in cui Hardinge non rinuncia, come nel precedente, a parlare del ruolo della donna e a rivendicare una parità di genere, delineando la splendida figura di Violet Parish, la fidanzata del fratello di Triss, morto appunto in guerra. Il dolore per la perdita del figlio ha spinto il padre di Triss, brillante architetto, a stringere un patto infernale con l’uomo che lo perseguita anche psicologicamente, facendo recapitare in casa da un misterioso uccello meccanico lettere del ragazzo dichiarato morto. Lo stesso dolore che si fa concreto nel gelo e nella neve che circondano Violet, che rappresenta l’unica possibilità per Triss e per la sorella minore di essere credute, in quel che pare una follia.
Ci sembra appunto un romanzo che può appassionare e spingere a una lettura compulsiva per scoprire dove porta, oppure che viene abbandonato per strada. Non ha mezze misure, come non ne hanno i suoi protagonisti principali, da qualsiasi parte del mondo – reale o Altrove – stiano, qualunque sia lo scopo del loro incedere.
recensione a cura di Le letture di Biblioragazzi
Frances Hardinge è cresciuta nel Kent. Ha studiato letteratura all’Università di Oxford e ha cominciato la sua carriera dopo aver vinto il premio di una rivista. Ora vive a Londra e si dedica alla scrittura a tempo pieno. Adora indossare vestiti vintage. Ha vinto diversi premi letterari, fra cui il Costa Book Award 2015 per L’albero delle bugie (Mondadori, 2016). In Italia ha pubblicato anche Volo nella notte (Fabbri, 2006).